giovedì 19 aprile 2007

~ Cineforum 10 ~

Anche se mi dispiace di rimandare ancora una volta Cose molto cattive, ho scelto di vedere un film/documentario molto utile, visti gli ultimi eventi accaduti in Virginia.
Questo film, anche se passato in secondo, ma anche terzo piano in Italia, è riuscito a farsi sentire grazie alla fortuna del regista
Michael Moore per Fahrenheit 9/11, nonostante avesse già vinto un premio Oscar nel 2003 come Miglior Documentario e la Palma d'oro a Cannes nel 2002.
Niente altro da dire se non di guardarlo:

Bowling a Colombine (2002) di Michael Moore

Mannaggia parlando con Giacomo, mi è venuta voglia di vedere anche questo:

Elephant (2003) di Gus Van Sant

Quindi, dato che Elephant dura circa 81' e Bowling a Colombine 120', vorrei provare a vederli entrambi se ci riusciamo, in ogni caso si inizia con Elephant, poi se qualcuno vuole rimanere io sarò lieto di fargli compagnia, poichè io l'ho già visto.
Prima del film, giusto per alleggerire l'atmosfera, avremo un simpatico siparietto offertoci da Gianluca, che ce lo proporrà in tre atti:

I. Vari video
II. Lettera di una condomine

III. Un tema del 17/04/07

Per evitare che si faccia troppo tardi si inizierà alle 21.00 con il siparietto e alle 21.15 con il film. Puntuali.
Spergete voce ma non il sale.

Francesco disarmato.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono dispiaciuto per coloro che hanno ceduto al sonno dopo il primo film. Bowling for Colombine è stato veramente bello ed interessante (nonostante la lunga durata). Personalmente ho avuto un cedimento morfeico solo nel primo film ch durava un'oretta!
Spero di poter assistere ad altri film/documentari come quello di Moore...

Francesco!!! ha detto...

Due film, due registi, due stili, due tempi, un unico soggetto.
Da un regista americano premio Oscar per film canonici, non mi aspettavo tanto. Sto parlando di Gus Van Sant, piccolo esempio che gli americani non sono "un branco di ignoranti".
Persone "buone" e "cattive", come d'appertutto, in Europa, in Italia, in Umbria, a Bastia, dentro casa.
Film cazzutamente realista (come piace a me): sequenze lunghissime, rumori di fondo, assenza di colonna sonora, della serie stiamo tutti li. Con loro.
Poi il montaggio, cronologicamente sfasato; qui subentra l'arte di Gus Van Sant: realista tecnicamente, ma incredibilmente attento alla sensibilità, e alla percezione emotiva dello spettatore, che viene catturata e distolta grazie all'osservazione del fatto da diverse persone, o meglio ancora, da diverse personalità.
Alla fine, chi aveva torto e chi ragione? Il regista secondo me, si cura bene di non dircelo, lascia a chi se la sente il compito di giudicare.
Mi ha fatto volare:
- quando l'assassino dolcemente suona, dolce musica, e alla fine tira un nervoso e impressionante "Fuck you!" agli spartiti.
- la secchiona, come prima vittima,
- l'angolatura delle telecamere in ogni scena "incrociata", e la loro magica scomparsa,
- l'infinito corridoio percorso dal ragazzo fotografo provetto,
- l'aumento graduale dei rumori di fondo in sala mensa, alle orecchie di uno degli assassini,
- gli slow motion,
- i non dialoghi.
Piccola curiosità: "Elephant" il titolo deriva da una parabola secondo la quale alcuni ciechi esaminano parti diverse di un elefante, ma nessuno riesce a riconoscerlo come tale - metafora dell'impossibilità per gli adulti di comprendere il mondo giovanile. cit. www.drammaturgia.it
Dell'altro film posto più tardi...

Francesco!!! ha detto...

Cazzarola, ho perso il post che avevo scritto sul Bowling a Colombine...
Avevo scritto sul razzismo, sugli stati uniti, su Micheal Moore, sulle armi e il confronto con la nostra realtà di oggi...e quella che ci si prospetta.
Era troppo lungo non riesco a riscriverlo, per questa volta immaginatelo, dai.